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Biagio d'Antonio Tucci

Firenze 1446 ca. - documentato fino al 1510

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Pittore pressoché sconosciuto fino al 1935, quando il Grigioni pubblicò documenti che ne consacrarono l’esistenza. La sua figura veniva confusa con quella di altri pittori faentini attivi a Firenze a cavallo tra il XV secolo e il XVI. Venne prima identificato con Andrea Utili poi con Giovanni Battista Bertucci il Vecchio.
Discepolo del Verrocchio e di Domenico Ghirlandaio, è noto un primo documento che registra Biagio d’Antonio a Faenza il 28 giugno 1476. In esso il pittore è detto “de Florencia populi Sancti Laurentii“.
Si può quindi dedurre che egli fosse giunto a Faenza da poco tempo.
A Faenza si trovava nuovamente nel 1483, quando i domenicani gli commissionarono la tavola per l’altar maggiore della chiesa di Sant’Andrea, riconosciuta nel 1947 dal Golfieri nel trittico con Madonna e santi attualmente nella Pinacoteca comunale di Faenza.
Il 9 nov. 1504 Antonia, vedova Bazzolini, gli commissiona la pala per la cappella Bazzolini nella chiesa dei francescani e la pala è stata identificata – sempre nel 1947 – dal Corbara con la tavola nella Pinacoteca di Faenza rappresentante la Madonna e i SantiGiovanni evangelista e Antonio da Padova.
Attraverso confronti stilistici e induzioni critiche sono state riunite intorno al nome di Biagio numerose opere. Queste ora sono raccolte in una bella e ampia monografia scritta da Roberta Bartoli. Il catalogo dei dipinti da lei pubblicato conta 144 opere, di cui una decina conservate a Faenza, e le altre in collezioni private e musei europei e americani.
Si è riconosciuta la mano di Biagio d’Antonio nell’affresco di Cosimo Rosselli con il Passaggio del Mar Rosso nella Cappella Sistina, il che starebbe a dimostrare un viaggio dell’artista a Roma nel 1482.
Dopo il 1504 i documenti faentini tacciono di Biagio e si può arguire che egli sia ritornato definitivamente a Firenze.
Poiché nessuna delle opere attribuite a Biagio D’Antonio sembra potersi assegnare a una data posteriore al 1510, è da credere che egli sia morto intorno a quella data; naturalmente solo documenti fiorentini potrebbero dar corpo alle induzioni della critica.

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