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Casa Bendandi

Museo e Osservatorio sismologico

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Via Manara, 17 48018 Faenza
Tel. 0546 25206 - 338 8188688 Fax 0546 25206
email osservatoriobendandi@virgilio.it
web http://www.osservatoriobendandi.it/

Apertura: primo mercoledì di ogni mese ore 17-19; in luglio tutti i martedì ore 18-23; in dicembre sabato ore 16.30-18.30. Negli altri giorni apertura su prenotazione.

Ingresso gratuito
Pianterreno accessibile ai diversamente abili
Il museo è ospitato nell'edificio che fu l'abitazione di Raffaele Bendandi, faentino appassionato di sismologia: in esso si trovano un centro di documentazione sui terremoti, una biblioteca e l'Osservatorio Sismologico. Qui Bendandi aveva realizzato un laboratorio artigianale con apparecchiature per la segnalazione di movimenti tellurici, ancora oggi funzionante. Nella saletta in cui viveva sono raccolti oggetti personali, fotografie e mobili così come lui li ha lasciati.
Oggi l'associazione culturale "Bendandiana", formata da fisici e addetti ai lavori, ne ha raccolto l'eredità e tenta di far luce sulla gran quantità di materiale che Raffaele Bendandi ha lasciato.
Raffaele Bendandi nacque a Faenza il 17 ottobre 1893 e fin da ragazzo mostrò una spiccata passione per i terremoti. Ultimata la sesta classe elementare, lavorò presso un orologiaio, poi, da un intagliatore di legno.Non trascurò mai lo studio dei grandi scopritori: Copernico, Darwin, Galileo, Newton, ecc. Basandosi sul movimento delle maree derivate dall’attrazione lunare, ritenne che anche i movimenti della crosta terrestre (bradisismo e terremoti) derivassero dalla forza attrattiva del nostro satellite e degli altri pianeti. Scoprì il ciclo undecennale delle macchie solari e scrisse in proposito il libro "Un principio fondamentale dell’Universo" edito nel 1931; scrisse, ma mai pubblicò, un volume "Sulle stelle variabili"che è esposto nelle bacheche del planetario.
Le sue teorie venivano a sconvolgere i principi della scienza ufficiale, fu osteggiato, soprattutto nel momento in cui cominciò a fare previsioni, e gli fu pertanto imposto il silenzio. Convinto della validità delle sue teorie, Bendandi continuò a studiare e a controllare ogni avvenimento tellurico per avere una conferma al suo metodo di previsione.
E’ morto il 1° novembre 1979, solo e dimenticato da tutti, ma con la speranza nel cuore che prima o poi, con la previsione dei terremoti, l’uomo riuscisse a salvare molte vite umane.
La biblioteca fu sicuramente il luogo più caro a Bendandi: lì studiava, leggeva , consultava, verificava e, quando qualcuno interrompeva la sua meditazione, guardava fuori dalla finestra indeciso se farlo entrare o no. Contiene oltre mille libri, bollettini di diversi Osservatori mondiali, raccolte di giornali ed articoli. In quindici scatole e nove cartelle sono raccolti i calcoli e gli scritti originali. Sulla mensola, sopra la porta, che immette all’Osservatorio, alcuni modelli di giocattoli fabbricati da Bendandi, quando dal 1940 al 1950, lavorò nella "Fabbrica del giocattolo" per motivi di necessità.

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