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Cappella di S. Pier Damiani. Approfondimento
Scheda completa
La cappella dedicata al compatrono di Faenza San Pier Damiani vescovo, cardinale e dottore della Chiesa è l’esempio più completo dell’eclettismo faentino di fine secolo. Rinnovata tra il 1898 e il 1899 quando vi furono trasferite le reliquie del Santo che dal 1826 giacevano nella Cappella di San Carlo, ne fu modificato anche il titolo primitivo di Sant’Apollinare. Nell’insieme formato da parti plastiche, in legno, marmo, bronzo e decorazioni pittoriche, rappresenta un «bel composto» equilibrato nei rapporti e in cui prevalgono la sapienza artigianale e il gusto raffinato raggiunto dalle maestranze locali nei vari settori dell’ebanisteria e delle arti decorative: Il progetto si deve all’architetto Vincenzo Pritelli che si avvalse dei diversi contributi di Tommaso Dal Pozzo (1862-1906) per il disegno dell’ancona e l’esecuzione delle due tempere laterali, degli scultori Antonio e Giovanni Corradini per il sarcofago marmoreo, Luigi Majoli per le formelle bronzee che chiudono la finestrature dell’urna, Giovan Battista Massa, imolese, per le decorazioni monocrome e Serafino Pasi forgiatore della lampada. Il gusto eclettico trova qui, in un contesto quattrocentesco, la ragione della scelta di forme neorinascimentali toscane, di dosato, ma al tempo stesso solenne cromatismo. L’intaglio dorato delle colonne e del fregio dell’ancona, su fondo berrettino, opera di Federico Castellani della “Ebanisteria Faentina”, dimostra il grado di abilità e raffinatezza raggiunte in quest’arte, lo stesso dicasi per la neoverrocchiesca arca di bardiglio.
Nelle pareti figurano due grandi tempere centinate; a sinistra San Pier Damiani giovinetto consegna una moneta ad un sacerdote affinchè celebri la messa in suffragio del padre; nell’altra il Santo, in qualità di legato papale, induce re Arrigo IV a richiamare la consorte Berta di Savoia che aveva ripudiato.
(Da P.Lenzini, Vicende pittorico-decorative del Settecento e dell’Ottocento, in Faenza La Basilica Cattederale, a cura di A Savioli, Nardini editore, Firenze, 1988, pag. 159)