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Conte di Vitry

Parco Roberto Bucci.

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R22bis.jpg

Targa in ceramica di Ivo Sassi posta su un tratto di muro in mattoni a poca distanza dall’ingresso principale.

I vessilli del conte di Vitry
Purificati da faziose passioni
Faenza –dopo nove secoli-
Consacra a Ravenna gloriosa
Simbolo di concordia fraterna.

1080-1969

(P. Zama)

Nel 1080 i faentini erano in guerra con Ravenna. Il primo maggio i ravennati invasero la campagna vicino a Faenza e tagliarono un albero, pino o castagno, di Cesarolo a poca distanza dalla città. I faentini non osavano uscire a battaglia, quando in loro soccorso giunse un cavaliere francese, il Conte di Vitry, con cinquecento cavalieri che, unitosi ai faentini, sbaragliò i ravennati. Il Conte non volle accettare la signoria della città e donò ai faentini due stendardi presi ai ravennati e ripartì coi suoi uomini. Gli stendardi furono portati nella chiesetta di S. Sigismondo, fuori Porta Montanara, dove li portavano in piazza tutti gli anni il primo maggo, festa di quel santo, chiamata la “Festa degli Stendardi”. Nel 1969 i faentini riconsegnarono simbolicamente gli stendardi ai ravennati in segno di pace, ponendo la targa a ricordo dell’avvenimento.
A destra della targa sono raffigurate a rilievo la Tomba di Teodorico di Ravenna e la Fontana della Piazza di Faenza. La targa, in buono stato, è illeggibile per un vetro molto sporco che la copre.
L’epigrafe non risulta nelle due raccolte del prof. Piero Zama.

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