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Antonio Liverani

Fucilato a Foligno nel 1849

ANTONIO LIVERANI

Nasce a Faenza nel 1823 da una famiglia di buone condizioni economiche che parteciperà tutta al Risorgimento. Già nei moti del 1831 Liverani è stato arrestato dagli austriaci e  trascorre qualche tempo in carcere a Venezia. Perde poi il suo impiego pubblico e nel 1843, quando il padre è cancelliere di tribunale a Imola, Antonio, già affiliato alla mazziniana Giovine Italia, è costretto a riparare all’estero a seguito della sua partecipazione al tentativo di sequestrare sulle colline di quella città tre cardinali, tra i quali il futuro Pio IX. Esule in Algeria non si trattiene molto poiché nel 1845 è di nuovo in Romagna per partecipare ad un altro tentativo insurrezionale nel bolognese. Questa volta viene arrestato, ma l’amnistia di Pio IX lo libera dal carcere. Con la Repubblica Romana Liverani viene nominato ispettore di polizia ed inviato a Forlì agli ordini di quel prefetto, il faentino conte Francesco Laderchi. 
Con il disgregarsi della Repubblica e l’ingresso degli austriaci nelle Legazioni Laderchi e Liverani si recano a Roma per partecipare alla estrema difesa di quella città ormai allo stremo e Liverani è fra gli incaricati di preparare la ritirata di Garibaldi verso Venezia. Fermatosi a Foligno, dove suo padre è cancelliere, Liverani, rimasto privo di sigari, si reca immediatamente dal tabaccaio, ma uscendo incontra inaspettatamente sulla porta un altro faentino, Virginio Alpi, da sempre fedele alla Santa Sede ed all’Austria tanto che ora indossa l’uniforme da maggiore dell’esercito austriaco, che è appena entrato in quella città. L’Alpi fa arrestare immediatamente Liverani che, dopo poche ore di carcere a Foligno viene fatto salire su di una carrozza per essere trasportato a Perugia sotto la scorta di una pattuglia croata. Ma al bivio per Assisi i croati ordinano al vetturino di fermarsi, fanno scendere il prigioniero e lo fucilano per derubarlo non solo degli effetti personali, ma anche del molto denaro, 300 o 400 scudi, che egli portava con sé per la missione della quale era stato incaricato. Era la notte del 12 luglio 1849. Alcuni amici del padre seppellirono poi il cadavere presso la chiesetta detta Degli Angeli posta presso il luogo ove Antonio Liverani fu assassinato.

(testo di Antonio Drei) 

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