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Faentini morti nel 1848

Vittime a Vicenza, Venezia e Roma

Indipendenza1848.jpg

Antonio GROSSI
Nel 1848 è tra i quasi 700 volontari faentini che, al comando del maggiore Raffaele Pasi, combattono a Vicenza contro gli austriaci. Semplice soldato nella Compagnia Granatieri del Battaglione decede in seguito alle ferite riportate il 20 maggio fuori Porta Padova.

Angelo LEGA di Giacomo
Volontario nella campagna del 1848 cade in combattimento al Forte di Marghera difendendo Venezia dall'assedio austriaco.

Giuseppe LIVERANI
Di povera famiglia nel 1848 è fra i volontari del Battaglione Pasi, nella Compagnia Cacciatori, che combatte in difesa di Vicenza. Cade nell'ultimo combattimento.

Andrea MERENDI detto Imolesi o Molesa
Secondo un rapporto della polizia pontificia del 1854 l'8 agosto del 1846, alle 8 pomeridiane  a Faenza viene ucciso con un colpo di pistola il Tenente di Finanza Niccola Mordini; l'uccisore su commissione, certo Menghino della Veneziana, viene poi assassinato a Marsiglia da alcuni sicari faentini fra i quali il Merendi detto Molesa. Nel 1849 è alla difesa della Repubblica Romana combattendo come granatiere nel Reggimento Unione Il 21 giugno un testimone racconta di un duello mortale avvenuto sulla linea del fuoco tra il francese Fabre ed Imolesi che finiscono entrambi feriti; trasportati all'Ospedale di Santa Maria della Scala vi morirono il 24 giugno. La madre Paola, che si firma Merenda, afferma, nella sua richiesta di un sussidio, essere morto l'11 giugno.

Achille QUERZOLA
Figlio di Tommaso e Luigia Ghetti, carrozzaro. Nel 1848 è caporale nella Compagnia Cacciatori del Battaglione Pasi a Vicenza ove rimane ferito. Durante il ritorno e ricoverato a Bologna muore il 24 giugno sembra per un errore dei medici che hanno sottovalutato la gravità della ferita.

Pietro TOSCHI di Giovanni
Di povera famiglia, volontario nella Compagnia Granatieri del Battaglione Pasi cade a Vicenza colpito da una fucilata nel primo scontro.

Orazio VIOLANI
Cade a Vicenza combattendo con i volontari faentini del Battaglione Pasi  dopo per avere riportato una «ferita d'arma da fuoco al capo accompagnata da frattura dell’osso».

(testo di Antonio Drei)

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