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Faentini morti nel 1860

Vittime garibaldine e del Regio Esercito

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FAENTINI MORTI PER IL RISORGIMENTO NEL 1860

Dionigi (o Dionisio) SAMORINI
Nel 1854, 34 anni, caffettiere, ammogliato senza figli, è tra gli arrestati per motivi politici dei quali la polizia pontificia propone l'esilio. Dopo alcuni anni di esilio ricompare a Genova il 26 maggio del 1860 quando si imbarca, al comando del siciliano Carmelo Agnetta, sul rimorchiatore "Utile" che deve portare a Garibaldi, già in Sicilia, 69 volontari, 3.000 fucili ed un milione di cartucce. Cade in combattimento a Milazzo poco dopo lo sbarco.

Francesco SANGIORGI di Paolo
Sergente nel 3° Battaglione, 9ª: Compagnia del 10° Reggimento, Brigata Regina, al comando del Luogotenente Colonnello Bossolo, il 18 settembre 1860 è alla battaglia di Castelfidardo contro l'esercito pontificio. In tale occasione riporta «una ferita trasversalmente al petto da una palla di fucile, che, avendogli nell’entrare rotte due coste, ed una nell’uscire, dovette nel giorno 7 del successivo Ottobre morire nello Spedale di Castelfidardo». Viene decorato di Medaglia d'argento al Valor militare.

Marco TONI
Caduto in combattimento nel 1860.

Luigi MORINI
Volontario nel Regio Esercito muore il 12 ottobre 1860 all'Ospedale Militare di Caserta in seguito alle ferite riportate nella battaglia di S. Maria di Capua.

(testo di Antonio Drei)

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