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Giosué Carducci

Corso Mazzini, 52. Palazzo Pasolini Zanelli.

V12.jpg

Lapide rettangolare in marmo posta tra due finestre del piano terra, a destra del portone. Ottimo stato di conservazione.

IN QUESTA ELETTA DIMORA
DEI CONTI PASOLINI ZANELLI
APERTA ALLA GRAZIA OSPITALE
GIOSUE’ CARDUCCI
ONORE ED AMORE ACCOGLIEVA
E QUI TU ANCORA TORNAVI
A’ SUOI ULTIMI VESPERI FIAMMANTI
“IL TUO RISO, O SACRA LUCE
O DIVINA POESIA”
FAENZA MEMORE
MCMLVII

Epigrafe del prof. Piero Zama.

Giosuè Carducci (1835-1907), poeta e critico letterario, insegnò all’università di Bologna dal 1860 al 1904. Fu premio nobel per la letteratura del 1906. Dopo una giovinezza repubblicana si avvicinò alla monarchia e divenne “vate ufficiale” della nazione. L’opera poetica dall’ispirazione antiromanica e anticlericale delle prime raccolte si svolge, con le grandi evocazioni storiche e i momenti di intensa malinconia, fino alle composizioni di tono celebrativo. Importante l’attività critica che concilia inquadramento storico e indagine filologica e stilistica.
La lapide è stata posta, nel cinquantenario della morte, per ricordare l’ospitalità dei conti Pisolini Zanelli al poeta che in diverse occasioni sostò nei palazzi di Faenza e Cesena e nella villa di Lizzano sulle colline di Bertinoro, di proprietà dei conti. A Giosuè Carducci è stata intitolata una strada fuori dal Rione Verde.

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