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Storia della Chiesa

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Si tratta di un complesso con fronte e accesso dalla via S. Ippolito, confinante sul retro con la via Mura Mittarelli, costituito dalla chiesa vera e propria e dalla sottostante cripta.
La chiesa attuale è stata realizzata dal capomastro faentino Gioacchino Tomba, che portò a termine l'opera nel 1775, come ricordato nella targa all'interno dell'edificio ed inserita in evidenza sopra il portale di ingresso.
All’interno la chiesa presenta una navata unica, con tre cappelle laterali per ciascuno dei lati; in fondo si trovano l’organo e la cantoria.
Il modello architettonico si discosta da qualsiasi altro a Faenza, non si hanno disegni del progetto, ma si ritiene che l'ispirazione derivi da architetture romane.
A commissionare l'opera furono i monaci del Convento Camaldolese di Faenza a cui apparteneva la chiesa originaria risalente al secolo X-XI, come emerge dalla cripta sottostante tuttora esistente.
La chiesa venne ristrutturata nel XV secolo, restando poi praticamente immutata dopo la realizzazione.
L’ordine Camaldolese divenne titolare dell’ immobile nel 1146, aumentando poi la propria influenza avendo insediato, successivamente, la sede generalizia per quasi due secoli. Dopo le alterne vicende storiche del nostro paese, nel 1935, l’ insieme passò in proprietà della diocesi a cui tutt’ora appartiene come chiesa parrocchiale, il servizio religioso è affidato ai monaci della vicina chiesa di S. Francesco mentre la gestione ordinaria e la piccola manutenzione sono a cura della associazione Amici di S.Ippolito e Lorenzo col volontariato di parrocchiani e gruppi giovanili. 

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