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Casa Matteucci
Corso Mazzini, 62. Sec. XX (nel sec.XV zecca dei Manfredi), G.Casanova, ferri battuti dei Matteucci, ceramiche dei Fratelli Minardi
Una parte del fabbricato si sviluppa nell'adiacente via Barbavara 3 dove si può vedere ancora la scritta dell'Officina Matteucci.
Nel 1888 la casa fu acquistata dal fabbro Luigi Matteucci poi ereditata dal figlio Francesco.
Lavorando su stili nuovi con grande capacità, la loro attività ebbe successo e nel 1910 avviò una profonda ristrutturazione dell'immobile. La sopraelevazione di un piano e la realizzazione di una nuova facciata in stile eclettico furono gli interventi più rilevanti.
Nel prospetto si mescolano terracotta, mattone a vista, una fascia centrale in ceramica dei F.lli Minardi, graniglia di cemento e naturalmente il ferro battuto del Matteucci per ringhiere, inferriate, lunetta del portone e anche per i telai delle finestre.
E’ evidente la volontà di Matteucci di pubblicizzare la versatilità del ferro battuto e la propria abilità artistica tramite la facciata di casa sua, intesa come una sorta di campionario in mostra permanente. Anche all’interno vi sono altri eccellenti elementi di arredo in ferro, creati dal Matteucci: la porta a vetri per accedere al secondo cortile, le porte-vetrine dei locali sotto il portico, il pozzo, i lampadari del loggiato stesso.
Tra gli interventi databili ai lavori del 1910, figura senz’altro per motivi stilistici l’ampio terrazzo praticabile realizzato sopra la loggetta al primo piano, che serviva per fornire un’area scoperta a servizio dei locali realizzati in seguito alla sopraelevazione.
Il fabbricato ha però un'origine molto più antica.
Secondo quanto scrive lo storico Ennio Golfieri nel volume "Faventia-Faenza" la casa oggi Matteucci sorse nel XV secolo e fu inizialmente sede della Zecca dei Manfredi, signori della città. A quell’epoca risale il porticato terreno posto nel primo cortile che si sviluppa sui lati nord-ovest e nord-est. Nel Cinquecento, l’edificio divenne abitazione della famiglia Ariosti, cui rimase per lungo tempo.