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Teatro Comunale

Piazza Nenni 3 - Conosciuto come Teatro Masini

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Il Teatro Comunale, situato in piazza Nenni 3, già della Molinella, è tra i faentini conosciuto come teatro Masini.
La necessità di avere un luogo in cui poter inscenare le rappresentazioni teatrali sorse nel 1674, quando nel salone del Podestà, addossato al loggiato della piazza principale, iniziarono a inscenare tragedie e commedie. Successivamente nel 1777 venne inoltrata la richiesta di costruzione di un nuovo teatro più ampio e consono.

Per la costruzione vennero riutilizzati i materiali della vecchia torre demolita. Dopo vari solleciti da parte dell’Accademia, il 17 luglio 1780 i lavori del nuovo teatro iniziarono sotto la direzione dell’architetto giacobino, Giuseppe Pistocchi. Già nel 1783 i lavori furono interrotti a causa dell’esaurimento dei fondi, ma grazie all’aiuto dei deputati Nicola Milzetti, Giuseppe Bertoni, Lodovico Laderchi e Francesco Conti i lavori ripresero. Con altre interruzioni la ricostruzione del teatro si protrasse fino al 1787.

L’inaugurazione, prevista per il 1785, avvenne il 12 maggio 1788 con la rappresentazione dell’opera Caio Ostilio e i due balletti: uno tragico pantomimico, Castore e Polluce, e uno comico, La forza del bel sesso.

Il progetto di Pistocchi è caratterizzato dalla singolare adozione del cerchio come matrice formale della pianta.
La platea, palchi e corridoi sono iscritti in tre circonferenze concentriche raccordate al proscenio mediante segmenti a esse tangenti. Nel Teatro Comunale è stata variata la solita uniformità negli ordini di palchetti con un colonnato marmoreo corinzio che scandisce visivamente la sala.

La facciata
E' divisa in due registri: superiore a parete piena, nel quale si apre una serie di finestre sormontate da timpani alternativamente curvi e triangolari; inferiore costituito da dieci colonne ioniche che sorreggono la trabeazione. Si tratta di una soluzione in assoluta controtendenza per l'epoca per l'alternanza di volumi pieni e vuoti e per l'uso del cornicione come elemento equilibratore. Si può leggere come primo segnale dell'atteggiamento spregiudicato del Pistocchi nel comporre architettonico.

Il foyer
Lo spazio progettato dal Pistocchi era privo delle attuali colonne doriche che sostituirono nel 1851/53 i musi perimetrali allungando l'ambiente. Come il sipario è la prefazione del palcoscenico così il foyer può essere inteso come la prefazione della sala. E' un "luogo" espressamente dedicato al pubblico, e come tale assumerà la massima importanza nel XIX secolo quando, con l' introduzione dell' intervallo nello spettacolo, diverrà luogo per eccellenza di ostentazione di sé del pubblico e delle ritualità sociali connesse  all' "andare a teatro”.

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