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La stanza privata della contessa Giacinta era un salottino per la conversazione e la toeletta, caratterizzato architettonicamente come un piccolo scrigno: la camera, rettangolare, è resa ottagonale ricavando agli angoli smussati piccoli armadietti, chiusi da specchi, mentre il soffitto risulta simile ad un coperchio.
La decorazione, ricchissima, è incentrata sul tema dell’Amore: in alto, al centro, Cupido è portato in trionfo e il Fuoco, l'Acqua, l'Aria e la Terra. Nei tondi le Allegorie delle Quattro Stagioni.
Alle pareti, nei riquadri con scene sottovetro, ricorre sempre il Dio con alle spalle episodi di amori degli dei: in senso orario, il ratto di Proserpina, Apollo e Dafne, il ratto di Europa, Diana ed Endimione e Leda e il cigno. Ogni minimo particolare risulta curato: si veda il reggitenda a forma di arco di Cupido. Sulla parete opposta alla finestra, in angolo a sinistra, sono collocati un finto caminetto e un cordone che era collegato ad un campanello, per chiamare la servitù.
A destra, sotto il riquadro con il ratto di Proserpina, è riportata l’iscrizione “MILZETTI MDCCCV”, data conclusiva della decorazione dell’appartamento di Francesco e Giacinta.