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FAENZA IN MANO
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Introduzione

Introduzione a Faenza Romana

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Faenza fu fondata occupando un antico meandro del Lamone, sulla sponda sinistra del torrente, là dove era fiorito un precedente mercato indigeno, importante crocevia commerciale verso la costa (Ravenna) e verso l’entroterra tirrenico (Etruria settentrionale).
Realizzata nell’ambito di quella grande opera di colonizzazione che, a cura dello stato romano, investì con alterne vicende l’antica Emilia-Romagna tra il III e il II sec. Avanti Cristo, l’origine di Faventia è strettamente collegata alla via Emilia, la strada consolare che, realizzata nel 187 a.C., su di un precedente tracciato, collegava i principali centri romani della regione. Fu chiamata col nome augurale di Faventia, che secondo le fonti più attendibili significa “città favorevole”, quindi “città amica”.
La città romana fu certamente fondata poco dopo il tracciamento della via Emilia, che andò a costituire l’asse viario principale. Secondo Livio, la colonizzazione dell’Ager Gallicus iniziò nel 173 a.C., e questa data corrisponderebbe pure alla suddivisione centuriale della pianura. La città fu quindi fondata assieme alla centuriazione o poco dopo; significativo come lo scrittore Polibio, visitando la regione alla metà del secolo, trovasse “Faenza fervida d’opere”. Pare quindi chiaro che intorno al 150 a.C. la nuova città fosse in piena fase di sviluppo, con la costruzione di numerosi edifici ed infrastrutture. Faenza si trovò quindi vantaggiosamente inserita nella rete itineraria regionale avendo assunto come decumano massimo la via Emilia e come cardine massimo la via che dalla valle del Lamone sfociava in pianura.
Dalla localizzazione delle domus più antiche, pare che il nucleo originario di Faenza avesse forma rettangolare allungata lungo la via Emilia, coprendo un’area di circa 28 ettari. L’insediamento si sviluppava all’incirca dalle attuali via Cavour a via Manfredi, e da via Scaletta a poco oltre palazzo Laderchi. Decumani minori accertati paralleli alla via  Emilia (oggi corso Mazzini) erano le vie S. Maria dell’Angelo-Severoli-Torricelli e XX Settembre-Bertucci. Perpendicolarmente ad esse si sviluppavano i cardini, costituiti dalle vie Castellani-Zanelli, corsi Matteotti e Garibaldi, Marescalchi e Manfredi. Con ogni probabilità esistevano altre strade minori, anche se in seguito sono scomparse.

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