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Domus con mosaico VI secolo d.c.
Piazza Martiri della libertà 21-23
Nel 1980 è stato ritrovato sul lato sud di Piazza Martiri della Libertà un mosaico policromo geometrico appartenente ad un ambiente di grandi dimensioni, probabilmente riferibile ad una domus alla quale dovevano appartenere altri mosaici. E’ stata infatti individuata la presenza di altri mosaici vicini che però non sono stati messi in luce per motivi contingenti.
L’ambiente presenta una larghezza di circa 8 metri e una lunghezza presumibile di almeno 14 metri, mentre la lunghezza incompleta rinvenuta è di circa 6 metri.
Il mosaico è costituito in gran parte da un motivo geometrico policromo, ed ha al centro un emblema figurato diviso orizzontalmente in due riquadri.
La policromia è data dall’uso oltre che del bianco e nero del grigio scuro, bruno scuro, rosa chiaro e scuro, giallo e rosso. Il campo presenta una lacuna molto ampia sul lato orientale ed è decorato con un motivo di grandi cerchi intersecantisi, con quadrati piccoli concentrici inseriti nelle ellissi e quadrati grandi nei rombi a lati ricurvi che ne risultano; nei quadrati grandi sono poi inseriti motivi decorativi vari, quali un volatile, un rombo, due triangoli uniti per il vertice. Il campo è delimitato da una fascia perimetrale, decorata con linee parallele costituite da tre semiellissi affiancate.
Il grande emblema al centro del mosaico, di probabile origine quadrata con lati di circa due metri e mezzo, è suddiviso orizzontalmente in due riquadri. In quello superiore dell’emblema compaiono, entro una cornice ad onde correnti, due pavoni disposti simmetricamente in schema araldico ai lati di un Kantharos. Negli angoli sopra ai pavoni appaiono altri due volatili più piccoli, probabili pavoncelle. Nel riquadro inferiore compare una scena di caccia, con due cani che spingono verso una rete altri due animali, un capriolo e una lepre. La cornice del riquadro inferiore è a denti di lupo bianchi e neri (triangoli bianchi e neri).
Il motivo geometrico di base è di un tipo usuale nel VI secolo: presente cerchi e quadrati intersecantisi in modo da formare, secondo un punto di vista, delle croci a bracci patenti, e secondo un altro, dei fiori con quattro petali lanceolati; i quadrati minori entro i cerchi contengono motivi geometrici di riempimento e, negli angoli dell’ambiente, figure di uccelli; la stanza inoltre presenta un’ampia cornice con linee in sfumatura, a pelle di serpente.
Il mosaico potrebbe essere databile anche all’inizio del VI secolo, ancora entro l’età teodoriciana; riportano allo stesso periodo anche i due emblemata; quello con i pavoni, nella sua rigida simmetria, sembra già perfettamente inserito all’interno del mondo artistico bizantino; l’altro si rifà ancora alle tipologie e ai cartoni tardo imperiali, rivissuti però con spirito più vivo e vitale: i cani dai grandi denti appuntiti e gli occhi arrossati, dalle rigide gambe stilizzate e gli animali in fuga, quasi irriconoscibili eppure vivacissimi, sono più vicini allo spirito barbarico che a quello delle immagini di caccia che ritornano usualmente nelle raffigurazioni delle pavimentazioni musive delle ville tardo romane.
La domus cui questa stanza era riferibile doveva essere di notevole importanza: le pavimentazioni musive notate e non scavate continuano sotto gli edifici circostanti e sotto la piazza; inoltre nel 1886, in prossimità di questo rinvenimento (si veda Piazza Martiri Libertà 17), erano venuti alla luce altri mosaici policromi, più antichi, e quindi forse riferibili ad un altro edificio.
Lo scavo archeologico sotto il nuovo pavimento in mosaico ha evidenziato i resti di edifici con almeno due fasi sovrapposte; una di epoca romano repubblicana e l’altra della prima epoca imperiale, ma purtroppo non è ancora possibile dedurre dai pochi ruderi rimasti se si tratti di una domus o di un edificio di altro tipo.