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I tondi robbiani

Tre opere di Andrea della Robbia (1477)

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Frutto della collaborazione tra Giuliano da Maiano e Andrea della Robbia i tre tondi in maiolica sono stati collocati nel 1477 circa. Il tondo del presbiterio (n. 1) porta all'orlo un'epiigrafe riguardante il vescovo Federico come fondatore della Basilica. «La fascia con scritta è suddivisa – ha scritto Francesco Liverani nel suo saggio per il libro di Savioli sulla Basilica faentina – in otto scomparti come la corona di foglie e frutti, che circonda il disco centrale. In questo disco vi è un'antica insegna manfrediana, risalente almeno ad Astorgio I, in cui si vede un «cammello» (o dromedario) «sarcinato» (caricato di una soma) sorgente da un rogo, con un cimiero in foggia di testa di caprone e con lo stemma della famiglia Manfredi (inquartato di bianc'argento e di azzurro). L'emblema poggia su un fondo a «conchiglia espansa», particolarità non comune nella bottega d'Andrea della Robbia […].
Il tondo nella volta destra del transetto (n. 2) ha una fascia esterna in maiolica con un'epigrafe circolare, tracciata in senso negativo rispetto ad una corona, di raggio minore (con foglie e frutti), anch'essa maiolicata; la lettura della scritta, intitolata ancora al vescovo Federico, implica qualche cautela a causa di una trasposizione di settori (dovute evidentemente alla disattenzione d'illetterate manovalanze). All'interno vi è un'altra epigrafe di verso concorde alla precedente e dello stesso tenore, ma segnata in quattro conci di petra (?), poi vi è l'emblema manfrediano del «cammello sarcinato» con le imprese personali del vescovo Federico, dell'aquila su di una tartaruga e della rondine (?) legata ad una colonna.
Il tondo nella volta sinistra del transetto (n. 3) è composto di una fascia esterna in maiolica, del tutto simile (ma disposta correttamente) a quella della volta di destra; il cerchio centrale è, invece, affrescato con una contaminatio di elementi araldici manfrediani («cammello sarcinato, palma fiorita, filatterio con il motto Wan Ich Mac[h]) e segna forse l'inizio della signoria di Galeotto (1477).

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