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Cappella dell'antico Oratorio delle dame

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Maestro di San Pier Damiano, Madonna della Tosse

La tavola che i monaci di Santa Maria Vecchia portarono qui nel 1778, è la parte centrale di un polittico quattrocentesco, ridotta successivamente in forma ovale. In origine aveva ai lati le immagini di San Pier Damiano, e di San Pietro, San Paolo, San Benedetto e nelle cuspidi i Santi Vito e Giovanni Battista. Tale ricostruzione si basa sulla testimonianza rilasciata dal pittore Carlo Cignali al processo sul culto di San Pier Damiano (1701) ed è confermata dalla perfetta coerenza di misure, soggetto, stile e provenienza delle tavole.
Esse ci consegnano la personalità di un maestro legato al gusto tardogotico evidente nelle eleganti annotazioni di costume, nell’ampio ricorso all’oro, agli ornati e alle aureole decorate a punzone. Lo spazio è bidimensionale e nella figurazione prevalgono ritmi lineari, soprattutto nei tratti molto marcati dei volti. Tale linguaggio, che rimanda alla pittura di Bologna, con persistenze venete e agganci alla tradizione romagnola, ben si addice ad un maestro locale, convenzionalmente da noi chiamato Maestro di San Pier Damiano.
I quattro pannelli inseriti nella cantoria del Duomo facevano parte di un secondo polittico come da noi ipotizzato. Ne abbiamo trovato una conferma nell’Oretti  che così descrive l’opera del Duomo  nel 1777: “Tavolina a caselle/ nel mezzo Madonna seduta con il Figlio/Bambino giacente sulle/ ginocchia delle bande S.Eliza /S.Barbara, S.Francesco, S.Pietro/ una… altra/ storia sotto storiette / un laterale con Cristo/ Risorto pinto in tavola/ “antico dipinto in tavola”.
Da tale descrizione si evince che al centro vi era una Madonna col Bambino, ai lati le quattro tavolette che presentano appunto Santa Elisabetta, Santa Barbara, San Francesco e San Pietro. Nella parte inferiore vi era una predella con “storiette” (e forse con il Cristo risorto), che rappresentavano episodi legati ai Santi suddetti.

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