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L'Altare maggiore

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Ambito di Sigismondo Foschi, Madonna dell’Angelo

La tavola è copia di una immagine detta la Madonna dell’Angelo che si venerava in Santa Maria Vecchia, dove secondo la leggenda era stata per miracolo dipinta su un muro. Fu trasportata qui il 20 febbraio 1778 dai monaci cistercensi. E’ stata riferita al pittore faentino Sigismondo Foschi, il quale è, indubbiamente, uno dei più importanti protagonisti di quella corrente ispirata al protomanierismo fiorentino che si registra a Faenza nei primi decenni del Cinquecento.
Tuttavia rispetto al linguaggio del Foschi, la Tavola della Madonna dell’Angelo tradisce un maggiore arcaismo, che solo in parte è spiegabile con l’immagine antica di cui è copia. L’uso dello sfumato è meno pastoso, i panneggi hanno una condotta lineare e rigida, senza il vibrante accartocciarsi delle stoffe e le fisionomie sono di una grazia un po’ stereotipata in contrasto con la più intensa caratterizzazione dell’autore. Tali caratteri postulano, a nostro avviso, la mano di un collaboratore del Foschi, forse uno dei due fratelli, Benedetto e Giuliano che dai documenti risultano anch’essi pittori.

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