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Prima cappella a sinistra

PrimaCappellaSinistra.jpg
Zanotti_pala.jpg
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Fanzaresi_compianto.jpg
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Giampietro Zanotti, San Francesco Regis e San Giuseppe;
alle pareti: Antonio Fanzaresi, due ovali con la morte di San Giuseppe e Il compianto sul Cristo morto;
sull’altare: Tommaso Minardi, Sacro cuore di Maria

La pala è ricordata dallo stesso Canotti nella sua autobiografia (1739): “Sto ora facendo una tavola d’altare e vi pongo il bambino Gesù in atto di benedire San Giovanfrancesco Regis che gli sta avanti ginocchione tenendo in mano una croce e dall’altra parte San Giuseppe che siede sulle nubi; e questo quadro mi fu ordinato dal gentilissimo padre Gregorio Maria Gabellotti gesuita per la sua chiesa in Faenza”. Lo Zanotti (1674-1765), noto soprattutto come teorico e storiografo dell’arte bolognese, in pittura fu allievo del Pasinelli e strenuo seguace del classicismo di Guido Reni.
I due ovali, riferiti dal Corbara alla cerchia dello Canotti, ci sembrano piuttosto di area forlivese per gli espliciti rimandi alla scuola del Cignali. Il robusto contrasto luministico e i panneggi taglienti orientano verso il forlivese Antonio Fanzaresi, allievo di Felice Cignali. Modi molto simili si ritrovano anche sulla tela con la “morte di San Giuseppe”, attribuita ad un anonimo pittore veneto emiliano, ma che sembra dello stesso autore dei due ovali.
L’attribuzione dubitava al Minardi del Sacro Cuore di Maria per la connotazione purista dell’opera, dove nel volto della Vergine l’evidente ripresa di modelli rinascimentali da Perugino a Raffaello, punta verso la poetica dei Nazareni.

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