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Sala da Pranzo

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Tra le stanze che danno direttamente sul giardino, con lunghe vetrate sui prototipo delle residences inglesi che lasciano intravedere ampi squarci di verde, c'è la saletta da pranzo presenta una pianta particolare: corpo centrale con due piccole esedre, al quale si saldano due elementi laterali coperti da volte a botte. La decorazione della stanza è in sintonia con la sua funzione: al centro del soffitto, nell’ovale, il Convito degli Dei, molto rovinato e di difficile lettura, e nei due catini absidali Bacco e Cerere, rispettivamente dio del vino e dell’agricoltura. Le superfici murarie sono inoltre impreziosite da tralci di vite, motivi che ricorrono nelle coeve maioliche faentine prodotte dalla Manifattura Ferniani.
Alle estremità delle pareti lunghe sono collocate quattro porte, di cui due vere e due dipinte; dietro una di queste si trovava probabilmente un elevatore manuale con cui si facevano salire le pietanze dalla cucina.
I mobili sono in deposito dalle Opere Pie Riunite di Faenza, collocati per far meglio comprendere al visitatore come poteva essere l’ambiente nel XIX secolo, quando il palazzo era abitato e qui venivano consumati i pasti.
Uscendo dalla stanza e rivolgendo lo sguardo verso l’alto, si ammirano una serie di tondi blu con figure bianche raffiguranti corse di putti e animali.
Dopo aver disceso la scaletta, dirigersi a sinistra nella camera per ricevere.

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