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Cappella absidale di sinistra
Affreschi di Ferraù Fenzoni e Benedetto Marini, Arca di San Savino di Benedetto da Majano.
L'arca in marmo fu voluta da Giovanna Vestri di Cunio, vedova di Astorgio II Manfredi, Signore di Faenza, che la fece scolpire tra il 1468-70.
Vasari la ricorda come opera di Benedetto da Maiano, ma più recentemente è stato avanzata da autorevoli studiosi la proposta di attribuzione ad Antonio Rossellino.
I lavori per la nuova fabbrica della Basilica Cattedrale, iniziati proprio in quegli anni, impedirono però la collocazione dell’arca che fu murata in questa cappella solo nel 1616.
L'arca si compone di un basamento con sei riquadri sormontato dal sarcofago; nelle nicchie sono le statue dei Santi Pietro e Apollinare, all'esterno l'Annunciazione con l'Angelo Gabriele e Maria. Le sei storie del basamento raccontano episodi della vita del Santo, secondo la leggenda.
Da sinistra nel registro superiore: la preghiera nella Silva Liba, la predica in Assisi, l'invito ad adorare l'idolo; da sinistra nel registro inferiore: l'abbattimento dell'idolo, la guarigione del cieco, il martirio per lapidazione.
Le decorazioni murali e i tergali risalgono al 1616. Le decorazioni ad affresco sono dell’urbinate Benedetto Marini; il dipinto murale a olio su intonaco con la morte del santo è di Ferraù Fenzoni; gli stucchi sono opere di maestranze locali.