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Madonna col Bambino
Questa tavola apparteneva a don Luigi Calderoni, ma dopo la sua morte, nel 1860, venne donata ai monaci di S. Ippolito. Inizialmente posizionata nella prima cappella a destra, nel 1930 circa fu spostata nella terza cappella, dedicata a Santa Gertrude Abbadessa. Il dipinto della “Vergine della Purità”, collocabile nell’ambito della cultura bizantina di produzione veneto-cretese, presenta l’iconografia della “Odighitria” nella versione derivata della “Madre della Consolazione”. La sostituzione della mitella col velo bianco e l’elaborata arabescatura dorata rappresentano un distacco dalla tradizione canonica, il bambino benedice unendo i due gesti, alla latina e alla greca, e con la mano sinistra regge un rotolo con un passo greco : “Lo spirito del Signore è sopra di me, per questo…” (Isaia 61, 6; Luca 4,18). Non si esclude perciò che anche la tavoletta faentina facesse parte del corpus delle icone ravennati che, oltre tutto, provenivano dalle raccolte dei Camaldolesi di Ravenna, lo stesso ordine a cui apparteneva la chiesa di Sant’Ippolito.