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Simbologia della facciata di Casa Ancarani
Tra allegoria e lavori campestri
Le sei Divinità collocate nelle ancone della facciata di Casa Ancarani, già Guidi, e la loro simbologia vanno direttamente messe in relazione con l’attività agraria della famiglia Guidi e, al proposito, il Ballanti Graziani fu davvero geniale nel riuscire ad esprimere plasticamente, quindi da offrire alla vista, quella congiunzione ideale tra il fantastico dell’allegoria e la materialità del lavoro rurale.
Da sinistra a destra si distinguono nell’ordine: Apollo, col capo circoscritto da una ghiera radiata, = Sole = Giorno; Venere, vistosamente acconciata con foglie e fiori, = Primavera; Cerere, protettrice dei raccolti, ornata da spighe, = Estate; Bacco, gioiosamente contornato da pampini e grappoli d’uva, = Autunno; Saturno, cupo, austero e, si presume, canuto vecchio protetto in capo da un mantello, = Inverno; Diana, con arco, freccia e spicchio lunare, suoi classici attributi iconografici, = Luna = Notte. A questo punto vale la pena citare Ovidio che nelle Metamorfosi, all’interno dell’episodio di Fetonte (Libro II, vv. 26-30), così scrive: “.....la novella Primavera cinta da una corona di fiori e la nuda Estate portando serti di spighe e l’Autunno imbrattato dall’uva pigiata e il gelido Inverno, irti i suoi bianchi capelli…..”. Le sei figure sono quindi la rappresentazione antropomorfizzata di Giorno e Notte, poste all'estremità, che, congiungendosi nei Solstizi e negli Equinozi, danno origine alle Quattro Stagioni, le quattro plastiche centrali.
E’ così che con Giorno, Notte, Primavera, Estate, Autunno ed Inverno, elementi che scandiscono i cicli della Natura, quindi la vita dei campi, si compie il racconto figurato, pensato ed interpretato magistralmente dal Ballanti Graziani ma anche direttamente riferibile alle attività della famiglia committente.