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Rotonda Rossi
Sul retro del Palazzo Rossi, in via Martiri Ungheresi
Sul retro del Palazzo Rossi, nell'attuale zona di via Martiri Ungheresi caratterizzata dalla presenza delle scuole medie e superiori, prima del Novecento era zona di orti e di ciò che rimaneva del convento di san Domenico, che si sviluppava fino alla mura (e includeva anche le carceri e una caserma).
In questa zona la famiglia Rossi, proprietaria anche dell'ex orto del Convento di San Domenico, fece costruire intorno al 1830 la Rotonda progettata da un allievo di Tomba, Costantino Galli.
L'edificio venne utilizzato come ghiacciaia e belvedere.
Quando negli anni dopo la Seconda Guerra Mondiale il Comune ripensò totalmente l'area, progettando Via Martiri Ungheresi, Via Manzoni e Piazza II giugno, unendo Corso Mazzini con Viale Tolosano, fu prevista anche la demolizione delle Rotonda Rossi e della loggetta del palazzo omonimo, ma l'intervento di Italia Nostra e di diversi intellettuali faentini portò al loro salvataggio.
In prima fila in questa battaglia fu Antonio Corbara, che riuscì anche a coinvolgere uomini come Mario Praz.