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Cappella del Beato Nevolone - Affreschi

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Affreschi dei fratelli Andrea (Ravenna 1708-1779) e Domenico (Ravenna 1714-1777)

Lo schema iconografico del ciclo pittorico rappresentato nella volta e nelle pareti della Cappella è formulato secondo un preciso programma di oratoria sacra che sa giocare su diversi registri: dal richiamo alle virtù teologali alla “pietas” privata e popolare e alle buone pratiche esplicate nella vita pubblica. Ricavati dalla vita del Beato Nevolone pubblicata nel 1741 sono raccontati episodi ed opere della vita del Beato Nevolone, ovviamente ingentiliti e pieni di decoro come si addiceva al gusto dell’epoca.
La volta presenta, nello spazio sagomato al centro, la gloria del Beato che ascende fra cori angelici verso i santi apostoli Pietro, Paolo e Giacomo il Maggiore; nei pennacchi quattro scene della vita del Santo. Nel primo a sinistra, il Beato Nevolone in viaggio per Santiago de Compostela, affranto dalla stanchezza, vede comparire un angelo con un cavallo che lo solleva prendendolo con sé; nel secondo, per compiacere alla moglie morente di stanchezza e di sete che chiede ciliegie per ristorarsi, il Santo ottiene colle preghiere che l’albero, benché d’inverno, produca ad un tratto di questi frutti; nel terzo, estenuato dalla fame, trova una moneta con cui paga l’oste che gli aveva rifiutato un pane; nel quarto, libera un indemoniato gettandogli addosso la sua cappa.
Nella lunetta sull’ancona dell’altare, entro cornice ellissoidale, una scena di controversa identificazione, ma che dovrebbe raffigurare il risanamento, operato dal Beato nel suo decimo viaggio in Galizia, di una fonte torbida ed infetta per la presenza di molti serpenti velenosi.
Nelle pareti laterali la decorazione è similare: due clipei ovali, sorretti da angeli e putti con pannaroni violacei, poggiano su basamenti prospettici. Nell’ovale di destra, un miracolo di San Nevolone: la moltiplicazione dei pani di fronte alla moglie stupefatta; a sinistra gli angeli compiono il lavoro da calzolaio mentre il Santo attende alle opere di carità.
Nei basamenti due scene a monocromo: a destra i quattro Santi Protettori di Faenza (Savino, Pier Damiano, Emiliano e Terenzio) che, con il Beato Nevolone, appaiono ai faentini assediati dal duca Valentino nel 1501. A sinistra, il Beato nella piazza di Faenza esorta alla pace i concittadini travagliati dalle discordie e divisi in fazioni.
Ai lati dei basamenti sono quattro figure chiaroscurate di Virtù: a sinistra l’Amore del prossimo e la Penitenza, a destra: l’Amore di Dio e la vita contemplativa. Nelle lesene del sottoarco, tra motivi ornamentali, sono alcuni puttini recanti strumenti liturgici per la celebrazione della messa.

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