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Storia della SS. Annunziata

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La prima fabbrica della chiesa della S.S.Annunziata, si può senza dubbio far risalire al XV secolo, mentre le vicende storiche ad essa collegate hanno origini ben più antiche, risalenti al XIV e forse anche al XIII secolo.
Essa infatti deve essere ricollegata ad un antico hospitale.
L’ «hospitale» era uno dei tanti sorti lungo la via Francesca (via Emilia) che conducevano ai più importanti centri devozionali dell’epoca, di questi a Faenza dovevano essercene diversi, da quello della Commenda, a quello dello Santo Spirito, a quello di S. Pietro in Vincoli.
Il loro numero e i loro nomi variarono nel corso del tempo; certo uno dei più antichi dovette essere quello della S.S.Annunziata.
Lasciti dal 1347 al 1459, portano spesso nomi diversi in riferimento a esso, come quello di «hospitalis Batutorum Alberum», come risulta da un atto del 1418 nel quale compaiono i priori dei Battuti Bianchi, devoti di S.Maria del Borgo di Porta Ponte; questi celebrarono in S.Antonino, dove anche la confraternita della S.S.Annunziata, inizialmente, tenne le sue funzioni.
L’unione tra l’ospedale e la confraternita era indispensabile perché gli hospitali per i pellegrini non avevano mezzi di sussistenza propri, vivendo di elemosine, donazioni e lasciti.
La compagnia definita dal Valgimigli come «il laicale sodalizio della S.S. Annunziata del Borgo Durbecco» inizialmente non doveva essere molto ricca e se in seguito lo divenne fu grazie a donazioni di beni mobili ed immobili, che si susseguirono nel corso del tempo.
La funzione di questa confraternita fu piuttosto importante in campo sociale, perché riuscì a tenersi stretti i fedeli nell’epoca dei massimi travagli della chiesa.
La sua importanza economica  accrebbe quando nel 1721 si unì alla confraternita della S.S.Incoronata e quando, nel 1739, si unì all’Arciconfraternita del Nome di Maria in Roma, occasione in cui la divisa della S.S.Annunziata cambiò. Sin dal ’400 infatti era costituita da un sacco, questa si trasformò in una cappa di tela bianca, con cordone e mozzetta di bavella di colore celeste, l’orlo e i bottoni rossi. Al lato sinistro del petto era riportata e ricamata in oro la cifra del S. Nome di Maria con corona imperiale sopra, e sotto una mezza luna in campo rosso.
Per quanto riguarda la fabbrica della S.S. Annunciata, diremo che la sua costruzione, si può far risalire alla metà del XV secolo.
Già nel 1449 venne concesso ai confratelli di edificare una chiesa solo per loro, diversa da quella di Sant’Antonino, di questa si hanno le prime tracce scritte nel 1573, durante la visita del Mons. Marchesini, che parla di una chiesa ed oratorio in borgo dove il visitatore apostolico vedeva i libri dei conti, l’altare con il coro, i libri per celebrare gli uffici divini e tutte le varie cose della confraternita. Anche nel breve del papa Innocenzo XI del 1685 si fa qualche accenno alla suddetta chiesa senza però descriverne l’entità.
L’attuale fabbrica, invece, venne costruita nel corso del ‘700, molto probabilmente insieme alla ristrutturazione dei vari edifici faentini avvenuta in quel secolo, e sicuramente in seguito alle esigenze della confraternita aggregata a quella di Roma.
Nel 1746, col permesso di Mons. Vescovo Cantoni, fu iniziata l’edificazione, lavoro commesso all’architetto Raffaele Campidori e a Pietro Tomba, probabilmente terminato nel 1570.
Come si può vedere dalla pianta, l’edificio era collegato ad un complesso edilizio; adiacente alla chiesa sorgeva, infatti, un piccolo coro, il cui ingresso era tra lo spigolo laterale della chiesa e quello della casa adiacente, ed immetteva in una piccola stanza di forma irregolare, in cui vi era la base del campanile.
I muri del coretto portavano affrescati sulle pareti vari stemmi di donatori e confratelli, vi erano inoltre gli stemmi della famiglia Babini e di Antonio Tamburini.
A fianco del coretto vi è una piccola sacrestia, comunicante col coretto stesso e con la prima delle quattro stanze dell’hospitale.
A poco a poco, le strutture cominciano a decadere, la croce di legno che si trovava  antistante la chiesa venne abbattuta nel 1921 e costruita in cemento.

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