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1922-1944

Piazza del Popolo, 31. Palazzo Comunale, loggiato inferiore, fra il Voltone della Molinella e lo scalone.

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La lapide, ai piedi dello scalone della sede Municipale, è stata collocata dal Comitato di Liberazione Nazionale faentino nell'agosto 1945.
Vi sono ricordati i nomi di 52 faentini morti per mano fascista o tedesca negli anni dal 1922 al 1944.
Il Comitato di Liberazione Nazionale si costituì a Faenza fin dall'estate 1940 come organismo di coordinamento dei partiti antifascisti. Prima sede clandestina fu un locale al piano terra dell'Albergo Vittoria in Corso Garibaldi, il cui proprietario Alvaro Maccolini era buon fiancheggiatore del movimento antifascista.
Tra il 25 luglio e l'8 settembre 1943 il Comitato agì pubblicamente e continuò ad avere, in Corso Garibaldi, il proprio riferimento logistico. L'arrivo dei nazisti e il ritorno dei fascisti repubblichini costrinse il Comitato a ritornare nella clandestinità e a cambiare sede per ovvie ragioni di sicurezza. Guglielmo Guerrini, socialista, proprietario della cosidetta Fabbrica della Penna posta nella prima periferia della città vicino alla strada per Firenze, gli offrì ospitalità.
Il CLN era composto da: Bruno Bandini, Ugo Zannoni e Costante Pirazzini per i comunisti; Bruno Nediani, Antonio Piani e Giuseppe Billi per i repubblicani; Guglielmo Guerrini, Alfredo Morini e Cesare Vespignani per i socialisti; Giuseppe Bertoni, Spartaco Giangrandi e Fausto Dal Pozzo per i cattolici.

Alla lapide come collocata nel 1944 è stato eliminato - nello spazio ora vuoto dopo Emiliani Max - il nome di Pietro Fagnocchi. Inizialmente considerato morto, in realtà il faentino, prigioniero nel lager tedesco di Tribel, rientrò in città l'11 settembre 1945.

Successivamente sono stati aggiunti i nomi di Don Antonio Lanzoni - non presente nell'elenco iniziale - e di Adriano Salvini, ucciso il 7 luglio 1973, nella Piazza Martiri della Libertà, da un giovane che si dichiarava neo-fascista.

In fondo, negli allegati, si può aprire un file (formato pdf) con testi, biografie e immagini di tutti i faentini ricordati nella lapide.

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