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Cappella della Beata Vergine delle Grazie - Votum Varsaviae
Un particolare ex voto mariano: il Votum Varsaviae
All’interno della cattedrale di Faenza, appeso al centro della cupola, si trova uno stendardo seicentesco, donato dalla città di Varsavia, riportante un epigrafe di ringraziamento alla Beata Vergine delle Grazie di Faenza. È il Votum Varsaviae: un ex voto pubblico per grazia ricevuta di cessata peste. Tale devozione faentina a Varsavia, non può che collegarsi alla presenza di un faentino in quella città. I principali avvenimenti qui sintetizzati, offrono lo spunto per un chiarimento: la venerazione diffusasi a Varsavia ha avuto origine diretta dalla devozione faentina del 1412 e dalle vicende del 1630. Ecco una sintesi degli avvenimenti. Nel 1607 nasce a Brisighella Giacinto Orselli: egli diventerà sacerdote , vestirà nel 1633 l’abito degli scolopi –Poveri Chierici regolari della Madre di Dio delle Scuole Pie- e sarà nominato Padre Superiore per la città di Varsavia.
Probabilmente, Padre Orselli è ancora a Faenza tra il 1630 – quando la nota “peste manzoniana” colpisce l’Italia settentrionale – e il 18 maggio dell’anno successivo – quando avviene l’incoronazione della Beata Vergine delle Grazie in segno di incoraggiamento per lo scampato pericolo dal tremendo contagio. Il ricordo degli avvenimenti faentini accompagnerà padre Orselli nella sua missione a Varsavia. Infatti, quando nel 1651 scoppia nella capitale una grave pestilenza, il sacerdote, per scongiurare il contagio, si rivolge all’intercessone della Beata Vergine delle Grazie: ne fa dipingere un’ immagine a somiglianza di quella faentina, la espone su un altare appositamente dedicatole nella chiesa di SS. Primo e Feliciano degli Scolopi e ne fissa la festa alla seconda domenica di maggio. Le preghiere di padre Orselli saranno esaudite; una relazione sugli argomenti di Varsavia sarà inviata nel 1652 da Nunzio Apostolico mons. Giovanni de Torres al vescovo di Faenza card. Carlo Rossetti. La relazione è accompagnata da un opuscolo intitolato descriptio compendiosa è un libretto anonimo, scritto in latino, che riprta in maniera circostanziata le notizie relative all’origine del culto alla Beata Vergine delle Grazie di Faenza. Seppure anonimo, gli studiosi lo ritengono opera di padre Giacinto Orselli.
La Descriptio comprende un componimento poetico inonore della B.V. delle Grazie e si chiude con i seguenti versi, in latino la cui traduzione è: “ VOTUM VARSAVIAE. Anche la città di Varsavia ora ti saluta o Vergine con le preghiere e desidera per i popoli e i regni la tua immagine, da rimanere come palladio di salvezza nel tempio dei tuoi devoti. Rimani quella stessa che fosti sotto la stella di Espero. Sii custode della Polonia; lasciati chiamare Patrona del popolo del settentrione; favorisci lo scettro di Casimiro; dà pace alla Polonia; mostra le saette spezzate; sotto i campi ottomani seppellisci le guerre con le malattie: Difendi Maria, i tuoi e la tua casa”.
I versi dedicatori sono scritti su carta e non fanno alcun riferimento alla loro riproduzione anche su uno stendardo; resta quindi da chiarire se esso sia stato inviato direttamente da Varsavia o se sia stato realizzato a Faenza. Al riguardo, Mons. Giovanni Bertoni aveva formulato due ipotesi: la tela sulla quale erano scritti i versi del Votum era stata inviata direttamente da Varsavia ai Padri Domenicani, i quali la cucirono alla struttura di uno stendardo; oppure i Domenicani stessi ricopiarono i versi del Votum su una tela per poi applicarla allo stendardo.
Perché i Padri Domenicani? Perché nel 1652 l’immagine della Beata Vergine delle Grazie di Faenza era venerata presso la chiesa domenicana di Sant’Andrea in vineis. Come noto essa sarà traslata in cattedrale nel 1760. Il restauro del 1987 e le preliminari indagini riflettografiche hanno stabilito che, con molta probabilità, la tela dello stendardo potrebbe risalire alla prima metà del Settecento. Si può quindi ragionevolmente concludere che furono i frati Domenicani a ricopiare sul tessuto i versi del componimento poetico, noto come Votum Varsaviae, dedicato a Faenza nel 1652.
(P. Capitanio, Maria protettrice della nostra gente. I santuari e le devozioni mariane nella Diocesi di Faenza-Modigliana, Carta Bianca Editore, 2012, pp. 22-32)